Venerdì 4
Aprile il tribunale del lavoro di Pisa, ha emanato una sentenza per
mezzo della quale la Vodafone dovrà riassumere a tempo
indeterminato due ex lavoratori precari.
I
due, assunti nel 2004 con contratto a termine come
operatori del 190 nel call center della Vodafone di Pisa,dopo alcuni
mesi di lavoro erano stati scaricati. Non contenti di questo ingiusto
trattamento hanno fatto causa all’azienda, ed il giudice ha
effettivamente riconosciuto che non c’erano i presupposti per
mettere un termine al contratto, la Vodafone è stata quindi
condannata a riassumerli con contratto a tempo indeterminato e al
pagamento degli arretrati e delle spese legali.
Questa
sentenza infligge un duro colpo alla multinazionale inglese, che con
le 950 esternalizzazioni del novembre scorso pensava di avere mano
libera nel gestire a piacimento le vite dei lavoratori, adesso si
aprono le porte per la riassunzione e la messa in regola degli altri
lavoratori che in questi anni sono stati assunti con contratti a
termine alla Vodafone.
Alla
base della sentenza c’è l’aggiramento della direttiva europea
99/70 recepita in Italia con il d.leg. 368/2001, che impone ai datori
di lavoro di esporre regioni obiettive che giustificano il lavoro a
termine. Nel caso di Pisa le assunzioni a tempo determinato(che
riguardano la gran parte dei lavoratori) , erano giustificata
dall’incremento di attività di assistenza dovuto all’avvio
di nuove campagne pubblicitarie. Ma trattandosi di una azienda
telefonica in cui la promozione di nuovi prodotti, rappresenta la
quotidianità, la scusa dell’incremento dell’attività
reggeva poco.Tra l’ altro dalle indagini è emerso che flessioni e picchi d’assunzione non dipendono dal lanciodi nuovi prodotti, rendendo così del tutto nulle le tesi della Vodafone.