presidio del Coordinamento Operatori Sanità Precari/e campani

10 aprile 2008

presso la Giunta Regionale della Campania

 

 

Il precariato nella Pubblica Amministrazione, è un’insidiosa anomalia cresciuta e diffusasi in questi anni su tutto il territorio nazionale. Questa deformazione del lavoro, fatta passare come unica soluzione per tamponare i disagi derivanti dal blocco delle assunzioni e dalla riduzione dei turn over (che avrebbero dovuto contenere la spesa pubblica), nasconde la sottile e perniciosa erosione dei diritti dei lavoratori da un lato e dei diritti dei cittadini dall’altro, come risultato dello svilimento e dequalificazione delle attività e dei servizi pubblici.

Se il processo di precarizzazione del lavoro coinvolge, quale settore della Pubblica Amministrazione, la Sanità, il quadro si fa evidentemente tanto più grave e inaccettabile. Si intacca difatti il diritto alla salute. E’ da sottolineare che la precarizzazione dei servizi, a fronte di un apparente risparmio della spesa sanitaria, nel lungo periodo ne comporta invece l’aggravio, con una inquietante deriva verso il privato convenzionato (esternalizzazione dei servizi) e non, che si traduce in un evidente ”schiaffo” ai L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza) che per Legge lo Stato dovrebbe garantire, in regime di uguaglianza, a tutti i cittadini del territorio nazionale attraverso i Servizi Sanitari Regionali..Queste, sono solo alcune delle ragioni che hanno determinato e mosso le finanziarie nazionali 2007 e 2008 a preordinare processi di stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione. Questi i motivi per cui molte Regioni italiane, già da tempo, hanno legiferato per la stabilizzazione di tutti i precari dei rispettivi Servizi Sanitari Regionali, senza distinzione di forme contrattuali atipiche. La Regione Campania, invece, ha partorito con ritardo (finanziaria regionale 2008) un confuso percorso di stabilizzazione per i soli dipendenti a tempo determinato (contravvenendo al dettato della Finanziaria nazionale 2008 che esplicitamente inserisce nel processo di stabilizzazione i co.co.co. della P.A.), alimentando il caos della già complessa e articolata vicenda della precaria sanità campana e promuovendo, in tal modo, discriminazione non solo tra i precari, ma anche tra le Aziende Sanitarie Locali (ognuna delle quali ha una particolare declinazione del fenomeno precarietà), e di conseguenza tra i cittadini quali destinatari dei servizi. A tutt’oggi (nemmeno la Regione) è in grado di produrre un quadro statistico esplicativo di forme e numeri di contratti a tempo determinato e atipici della sanità campana. Il presidio di oggi vuole porre all’attenzione pubblica la questione e dare voce e corpo alla rivendicazione del diritto al lavoro stabile. Il Coordinamento Operatori Sanità Precari/e campani è una rete di comitati di Aziende di varie Province della Regione che si battono per la tutela del diritto al lavoro e alla salute. 



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